La scuola di Selva rappresenta un tema centrale, non solo nel dibattito pubblico o politico, ma soprattutto per il futuro della comunità locale. È il simbolo di un problema più vasto e diffuso: il rischio di spopolamento che colpisce in particolare le frazioni più piccole e decentrate.

L’importanza della scuola

Perché la presenza di una scuola è così cruciale nel contrastare lo spopolamento? Una scuola non è soltanto il luogo dove si educano i bambini: la sua esistenza rende il territorio un luogo in cui le famiglie possono progettare il loro futuro, scegliendo di viverci. Questo ha implicazioni non solo sociali, ma anche economiche, con la capacità di trasformare la scuola in un volano per lo sviluppo.

Un territorio dotato di una scuola diventa più attraente per chi ha figli o progetta di averne. Questo incentiva investimenti nell’abitazione e alimenta una comunità socialmente più forte. Più famiglie significano maggiori opportunità per il commercio locale, più luoghi di aggregazione, un aumento del valore degli immobili e, in definitiva, la possibilità di innescare un circolo virtuoso capace di invertire la tendenza allo spopolamento.

Un impegno necessario

Per questi motivi, è evidente che mantenere aperta la scuola di Selva fosse e sia una priorità. L’attenzione dimostrata dall’Assessora Regionale a Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola, Isabella Conti, testimonia la volontà di esplorare ogni possibile soluzione. Pur non garantendo il successo, l’impegno della Regione è una certificazione di serietà e credibilità: affrontare un problema con idee, tenacia e determinazione significa mettersi al servizio della comunità.

Le domande irrisolte

Tuttavia, emerge una domanda fondamentale: perché per salvare la scuola di Selva è stato necessario l’intervento della Regione? L’Amministrazione locale non avrebbe dovuto essere la prima a prendere in mano la situazione?

Perché non sono stati previsti interventi economici specifici nel bilancio comunale per salvaguardare la scuola? Invece di misure mirate, si è scelto di incrementare indiscriminatamente le tariffe per il trasporto scolastico e i servizi extrascolastici, senza alcuna forma di agevolazione per le famiglie.

L’Assessora Zappa ha deciso di chiudere la scuola di Selva senza assumersi la responsabilità politica della scelta. Le motivazioni sono cambiate: inizialmente si parlava di sicurezza, poi del numero insufficiente di iscritti. Perché non è stata condotta un’azione capillare di sensibilizzazione presso le famiglie del territorio per incentivare le iscrizioni?

La forza della Regione e il silenzio dell’Amministrazione

L’intervento della Regione Emilia-Romagna sottolinea non solo l’importanza della scuola per la frazione di Selva, ma anche la differenza tra chi affronta i problemi con autorevolezza e chi, invece, li elude. L’Assessora Zappa, fino a oggi, si è sottratta a un confronto politico trasparente, lasciando senza risposta le domande della comunità.

Il futuro della scuola di Selva è una questione che riguarda l’intera collettività. La sua chiusura dovrebbe rappresentare l’ultima opzione possibile, poiché la sua presenza è strettamente legata al destino di una frazione che merita di essere valorizzata, non abbandonata.

Questo tema richiede coraggio, volontà politica e un impegno concreto. Qualità che la Regione ha dimostrato attraverso il suo intervento, in netto contrasto con chi, invece, ha scelto di scappare dalle proprie responsabilità.

Roberto Paltrinieri
Segretario del PD di Molinella