Mio padre, 83 anni, ha aperto qualche settimana fa il suo profilo Facebook come del resto hanno fatto e continuano a fare tante altre persone più o meno sue coetanee. E questo evidenzia una volta di più una cosa molto semplice: ovvero ciò che un tempo era futuro è diventato prima presente e sta già diventando passato.
    Per un motivo altrettanto semplice: i fabbisogni – tutti e di tutti: degli individui come delle comunità di cui sono parte – di ieri l’altro sono stati soddisfatti ieri così come quelli di ieri lo sono stati oggi mentre all’orizzonte se ne profilano di nuovi a cui già ora bisogna saper pensare: capendoli, prevedendoli, cercando di trovare le soluzioni più adeguate per risolverli.
    Questo vale per tutto: ebbene sì, anche per Molinella.
    Molinella un secolo fa contava circa 12.000 abitanti, che divennero circa 13.000 negli anni 60 per arrivare agli attuali 15.500 circa (dati ISTAT).
    Fino a qualche decennio fa a Molinella un bolognese era un forestiero, oggi la nostra è una comunità composita e multietnica.
    A Molinella l’idea del lavoro era concepita come un pezzo della vita di ognuno da spendersi prioritariamente sul territorio, oggi tantissimi nostri concittadini vivono a Molinella per gli alti standard qualitativi della vita ma lavorano lontano. O vicinissimo, facendolo da casa, da remoto.
    A Molinella le tradizioni erano l’unico modo per stabilirne un’identità. Oggi ne sono un patrimonio identitario enorme nella misura in cui vengano vissute come trampolino di lancio per quelle che saranno l’evoluzione, il progresso, il cambiamento che caratterizzeranno l’identità di Molinella negli anni a venire.
    Che senso ha quindi immaginare la Molinella del futuro pensando che le soluzioni di ieri vadano bene per i problemi di domani?
    Che i molinellesi siano stati capaci nel tempo di creare una comunità per molti versi autosufficiente, solida ed in grado di essere un punto di riferimento per ognuno dei suoi cittadini è un fatto e questo è stato sicuramente un suo punto di forza, soprattutto in decenni duri come quelli del dopoguerra.
    Ma Molinella non è mai stato il centro del mondo, come nessun altro paese o città lo potrà mai essere del resto. Perché il mondo non ha un centro attorno al quale tutto orbita: semplicemente si orbita tutti insieme perché tutti ne siamo parte integrante. Piaccia o no.
    Su quale logica si basa quindi pensare che i modelli di vita e gestione del passato possano soddisfare i fabbisogni futuri delle persone e della nostra comunità?
    Vi ricordate Blockbuster? Quella catena di negozi presenti ovunque nel mondo – ovunque! – dove facendo una tessera potevi noleggiare i film in dvd? Li andavi a prendere, a casa li guardavi e poi li riportavi al negozio. Più o meno tutti quelli della mia generazione l’hanno fatto almeno una volta.
    Poi però è arrivato il futuro: è arrivato in fretta, è arrivato per tutti. Tv satellitari, programmi on demand, streaming. E Blockbuster non c’era più: non ha saputo capire ciò che stava succedendo, non ha saputo prevederlo, non ha saputo proporre soluzioni nuove a fabbisogni nuovi. Ha preferito mantenere gli standard del passato, perché fino a quel momento aveva funzionato, tutti andavano da loro a noleggiare i film. Che bisogno c’era di cambiare? Che bisogno c’era di investire risorse, tempo, idee nel capire ed interpretare il futuro? E Blockbuster è sparito, letteralmente. In un attimo, perché il futuro era diventato presente.
    Voler andare in aiuto di Blockbuster con le soluzioni del passato avrebbe significato due cose:

    • Spingerli ad investire nuove risorse per migliorare la comunicazione pubblicitaria, il confort dei loro locali, ad individuare proposte commerciali più convenienti lasciando però invariato il servizio, ovvero il noleggio fisico dei film. Sarebbe stata istigazione al suicidio di un cadavere.
    • Investire risorse per persuadere tutti coloro che un tempo ne erano stati clienti ad abbandonare il nuovo per tornare al vecchio. Sarebbe stata un’idea folle e delirante.

    Questo vale anche per Molinella.
    La ricetta della Socialdemocrazia Molinellese per il futuro della nostra comunità è un salto all’indietro nel tempo, a Molinella ombelico del mondo (pur non essendola mai stata davvero), ai forestieri, alla patente di molinellesità, all’Idice ed al Reno confini di stato.
    La negazione del futuro, le nuove generazioni obbligate ad essere la fotocopia delle generazioni precedenti (compresa magari la titolarità di una tessera di partito per accedere prima e meglio al mondo del lavoro?) o, molto più realisticamente, obbligate ad andarsene.
    No, è inaccettabile.
    La direzione del nostro sguardo, delle nostre idee, della nostra visione, la nostra capacità di analisi e di riflessione non può che andare in un’unica direzione: il futuro.
    Con coraggio, fiducia e speranza.

    Roberto Paltrinieri
    Segretario del PD di Molinella