di Enrico Lazzari

 

Come tutti i giorni, specialmente in queste settimane, leggo il giornale e mi informo sugli avvenimenti e le conseguenze economiche che potrebbero comportare.

Una notizia mi colpisce maggiormente, oggi 21 marzo 2020: l’Unione Europea attiva le clausole che allentano i vincoli del Patto di Stabilità.

Non era mai successo che l’UE allentasse i vincoli, ma per far fronte alle ricadute economiche che ci saranno a causa della pandemia da coronavirus, ogni mezzo unitario a livello europeo deve essere lecito e attuato.

Questa decisione è particolarmente importante per paesi con un alto debito pubblico come Italia, Spagna, Francia.

Ma che cos’ è il Patto di stabilità e crescita?

Un accordo internazionale, stipulato e sottoscritto nel 1997 dai paesi membri dell’Unione europea, inerente al controllo delle rispettive politiche di bilancio pubbliche, al fine di mantenere fermi i requisiti di adesione all’Unione economica e monetaria dell’Unione europea (Eurozona) ovvero rafforzare il percorso d’integrazione monetaria intrapreso nel 1992 con la sottoscrizione del trattato di Maastricht.

Gli squilibri nei conti pubblici di un paese possono minacciare la stabilità dell’intera unione monetaria a causa di una crisi di fiducia che potrebbe generarsi se il paese non fosse in grado o rischiasse di non essere più in grado di sostenere il proprio debito. Perciò lo scopo ultimo delle regole del PSC (Patto di Stabilità e Crescita) è quello di prevenire squilibri fiscali attraverso il rispetto di 4 principali regole:

  1. La regola sul deficit prevede che il deficit (tecnicamente “indebitamento netto”) non ecceda la soglia del 3% del Pil. Il superamento della soglia è consentito solo in caso di circostanze eccezionali, temporanee e non soggette al controllo di uno Stato, ossia in caso di grave recessione economica o catastrofi naturali;
  2. un debito pubblico al di sotto del 60% del PIL (o, comunque, un debito pubblico tendente al rientro) (rapporto debito/PIL < 60%) , la riduzione richiesta è in media di 1/20esimo all’anno sulla parte eccedente il 60 per cento;
  3. L’Obiettivo di Medio Termine (OMT) è il valore di riferimento del deficit strutturale che ciascun paese deve raggiungere e mantenere nel tempo. Questo obiettivo dipende da vari fattori che variano da paese a paese, ma per quasi tutti i paesi l’OMT è fissato essere vicino a zero (equivalente al pareggio di bilancio). Il motivo per mirare a un deficit strutturale ben inferiore al 3 per cento è quello di consentire al deficit effettivo di aumentare in caso di rallentamento della crescita economica (che riduce le entrate di uno Stato e fa aumentare le spese) senza sforare il limite del 3 per cento. Per l’Italia l’OMT è previsto essere pari a zero (pareggio di bilancio, come previsto dall’art. 81 della Costituzione)
  4. La regola della spesa prevedere che la spesa pubblica, al netto delle misure discrezionali sul lato delle entrate, non cresca più rapidamente del tasso di crescita medio potenziale del Pil. In altre parole, la spesa pubblica non deve crescere più di quello che uno paese mediamente può permettersi, a meno che il paese non sia disposto ad aumentare le tasse.

Le prime due regole fanno parte del cosiddetto braccio correttivo, cioè pongono dei limiti oltre i quali possono scattare le procedure formali di infrazione; le successive due riguardano il cosiddetto braccio preventivo, ossia sono delle norme di comportamento di finanza pubblica tali da evitare che, per effetto di shock economici, un paese non rispetti le prime due regole e incorra quindi nella procedura di infrazione.

La sospensione del patto di stabilità consentirà all’Italia e ai paesi con alti debiti pubblici di supportare tutti: i sistemi sanitari, il personale e le persone così gravemente colpite dalla crisi immettendo nell’ economia tutta la liquidità di cui hanno bisogno per fare fronte alle conseguenze economiche della crisi legata al coronavirus.

Guardando il grafico a sinistra riportato possiamo notare l’andamento del debito pubblico in percentuale del PIL delle grandi potenze economiche mondiali (Usa, Giappone) ed Europee (Italia, Francia, Germania, Regno Unito) dal 1995 al 2013 circa.

Analizzandolo possiamo notare che:

  1. l’Italia non ha mai rispettato la seconda regola del patto di stabilità e crescita (è sempre stata costantemente al di sopra del 100% e in limitati archi temporali ha cercato di tendere alla riduzione)
  2. La Germania ha sempre avuto un debito pubblico attorno al 60%, e negli anni non si è mai discostata troppo dal pareggio di bilancio e quindi può tranquillamente finanziare tutte le misure necessarie a contrastare la crisi economica in deficit .

Una domanda che sorge spontanea in questi giorni è: cosa faranno i vari paesi che sono stati colpiti da questa grave pandemia per contrastare questo shock simultaneo di offerta e di domanda di beni/servizi?

La Cina, dove tutto è iniziato e forse finito, ha messo sul piatto 100 miliardi, gli Stati uniti hanno annunciato un pacchetto da almeno 850 miliardi di dollari.

In Europa, i paesi si stanno organizzando in modo autonomo, sotto una cornice comunitaria che garantisce 37 miliardi di euro recuperati nelle voci di bilancio, soprattutto dalla concessione agli stati di totale flessibilità nella spesa.

Queste riportate sono le maggiori iniziative proposte dai vari stati europei fino ad oggi (22 Marzo 2020):

  1. Germania: 156 miliardi in più per contrastare la crisi e 500 miliardi per garanzie e prestiti
  2. Francia: 45 miliari per aiuti e 300 miliardi per garanzie e prestiti
  3. Spagna: 17 miliardi per aiuti e 100 miliardi per garanzia e prestiti
  4. Gran Bretagna: 20 miliardi di sterline per aiuti e 330 miliardi di sterline per garanzia e prestiti
  5. Italia: 25 miliardi per aiuti e 350 miliardi per garanzie e prestiti.

A leggere questi numeri viene da gridare subito allo scandalo derivato dal fatto che noi italiani possiamo spendere meno della Germania, ma il peccato originale è sempre lo stesso: il debito pubblico correlato con lo spread.

La Germania potrà spendere senza vincolo e attuando un maggior deficit, ha un debito pubblico attorno al 60% e che negli anni ha cercato di ridurre.

L’Italia ha molto più debito rispetto ad altri, e su questo debito paghiamo già tassi di interesse maggiori (correlazione con lo spread).

Più ci indebitiamo adesso più rischiamo una corsa al rialzo incontrollato dello spread che provocherebbe scenari molto cupi.

Quindi ben venga che la Banca Centrale Europea annunci che per contrastare la pandemia da coronavirus metterà in atto un nuovo programma straordinario da 750 miliardi di euro per l’acquisto di obbligazioni dei paesi membri dell’eurozona in modo da poter finanziare tutte le politiche necessarie per contrastare il futuro shock economico.

Un pensiero viene spontaneo leggendo i numeri sopra riportati in questi ultimi 20 anni l’alunno diligente e studioso chi è stato??

A voi la risposta, ma ricordate che non è sempre colpa dell’Europa, anzi… sarà compito nostro non buttare le risorse che l’Unione Europea ci ha permesso di utilizzare anche non avendo svolto in maniera corretta i compiti durante gli anni passati.

 

Fonti: