Non so, alla luce di ciò che è accaduto negli ultimi giorni, se si andrà a votare in autunno o meno. Vedremo.
Ma quelle che sono state le scelte politiche del M5S meritano, per quanto veloce, un’analisi. Nemmeno troppo complicata per quanto mi concerne.
La scelta di aprire una crisi di Governo in un’estate di guerra, con il problema dell’approvvigionamento del gas per l’inverno e con un’inflazione che non si registrava a questi livelli da decenni – oltre a tutto il resto – si presta ad essere accostata a molti aggettivi. Da irresponsabile in su la scelta è vasta, fate voi.
Nella scelta del M5S fatico a trovarci un qualche reale significato politico; l’unico elemento – vero – che ci trovo è la conferma della cronica incapacità di assumersi qualsiasi responsabilità da parte dei populisti, a prescindere dalla bandiera che sventolano.
Il livello politico di Conte è evidentemente ancora più basso di quanto anche noi che in tempi non sospetti non abbiamo mai creduto a lui quale “capo dei progressisti” potessimo pensare. Alle volte si sbaglia anche per eccesso.
Le elezioni non devono spaventare, mai. Il PD ha dato un contributo molto importante al Paese da quando è al governo: rivendichiamo ciò che siamo stati capaci di fare e ascoltiamo ciò che gli elettori diranno. Senza nessun timore.
Si andrà al voto? Andiamoci da soli, non occupiamoci di calcoli e di alchimie pur di dare vita a qualche alleanza. Pensiamo a fare politica, pensiamo a cosa vogliamo fare e come vogliamo farlo. Poi in Parlamento avremo di che dialogare: farlo con le forze liberali e riformiste poste più al centro rispetto a noi sono convinto possa essere proficuo.
Ed i campi larghi? Ottimi per l’agricoltura ed il gioco dei bambini.
Roberto Paltrinieri
Segretario del PD di Molinella