Più o meno tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo deciso di metterci a dieta, e sempre con i migliori propositi. Poi però siamo puntualmente incappati nel nemico pubblico numero uno di ogni dieta: le abitudini, i vecchi vizi. Ciò da cui volevamo allontanarci ma che poi, sotto sotto, ci accorgiamo che ci piace.


Puntualmente più di quanto ci piaccia fare la dieta.


Tra due mesi si vota ed il PD dovrà, come tutti, ragionare fondamentalmente su di una cosa: il programma.


Un programma in cui conto di trovare non solo temi importanti, ma gli stessi trattati in maniera realmente programmatica e non solo come un lungo elenco di buoni propositi.


Il tema energetico ad esempio: se a Piombino non si riuscirà (….) a realizzare il rigassificatore dove si farà? In quanto tempo? Ragionando di medio e lungo periodo quanti ne occorreranno ancora? Dove li faremo? Quando?


O il tema climatico: non abbiamo certo bisogno di ulteriori prove di quanto possa essere critica la situazione di tutti in caso di periodi di siccità come quello che stiamo vivendo. Quindi cosa proponiamo di fare per il prossimo anno, quinquennio, decennio? E come? E il tema delle comunità energetiche troverà lo spazio che merita?


O i temi socio-economici: il cuneo fiscale lo vorremo perseguire? In che modo? In che misura? Con quali benefici immediati a carico tanto dei lavoratori quanto delle imprese? In che tempi? Ed il salario minimo? Ci sarà indicata una road-map circa la sua approvazione? O ancora il famoso (famigerato?) 110%: riusciremo a dare indicazioni certe su come fare per consentire a tutti coloro che si sono imbarcati in questa avventura per portarla a termine almeno dignitosamente?


O i diritti civili: crediamo nello ius scholae (io sì, molto)? Bene, ribadiamolo forte e chiaro, spieghiamo bene cos’è mettendolo al riparto da strumentalizzazioni, spieghiamo bene perché lo vogliamo e come intendiamo perseguirlo. O magari spendere due parole sull’hot spot di Lampedusa: un conto è parlare in termini generici di immigrazione e di diritti ma è sotto gli occhi di tutti – e lo cito come esempio perché di situazioni analoghe ce ne sono molte – come oggi sia diventato l’antitesi di ogni diritto.


Ho schematizzato e probabilmente banalizzato, ne sono consapevole, ma il tema è proprio, e sempre, questo. Avere un’identità chiara, un programma politico chiaro, proposte concrete ed essere capaci di presentarle e spiegarle.


Sennò vinceranno ancora una volta (l’ennesima?) le abitudini di sempre ed i vecchi vizi ovvero le alchimie sulle alleanze (con chi posso ottenere lo zerovirgolapoco in più?), i richiami al voto “anti” (antifascista ovviamente, c’è bisogno di dirlo?) o al senso di appartenenza fine a se stesso che è di per sé la certificazione della sconfitta almeno nel medio periodo visto che i nostri iscritti più anziani calano ogni anno per ineludibili motivi anagrafici ed i millennials che desiderano sposare la nostra causa sono rari come una moneta da 3 euro (come dite? Non esiste? Ecco, appunto).


Ed allora ci ritroveremo in 4 nei nostri circoli a chiederci: “Ma allora la dieta?” “Da lunedì dai”

Roberto Paltrinieri
Segretario del PD Molinella