Già in passato ero intervenuto per portare all’attenzione pubblica alcune considerazioni sulla vera natura di un certo tipo di “civismo” (che con il civismo vero e proprio non ha nulla a che fare): le mie opinioni negli ultimi 15 anni, dai sottomarini gialli alle molinelleciviche, passando fino alla affiliazione con “Rete civica” a livello regionale, non sono un mistero. Nel senso che ne ho sempre pensato il peggio possibile. E anche oggi, all’interno della compagine che guida il comune, li ritengo in assoluto i peggiori: a Lega Nord, Fratelli d’Italia e Forza Italia riconosco, aldilà delle inevitabili distanze politiche, di non fingere di essere quello che non sono.

Dopo 7 mesi di governo queste mie opinioni sono, nel limite del possibile, peggiorate. Non ho nulla di personale contro l’assessore ai Servizi Scolastici Otella Zappa, che di questo movimento é una dei principali esponenti. Ho però abbastanza elementi per dire che politicamente é e sarà più dannosa della grandine. Su questo parlano i fatti: in pochi mesi ha ribaltato la maggior parte dell’aumento delle tariffe dei servizi sulla parte più debole e bisognosa della popolazione (si poteva fare diverso? Si, bastava distribuire gli aumenti in maniera più equanime, a saldi invariati), ha tolto le agevolazioni sui servizi nelle frazioni (venendo meno al principio per cui l’equità non è trattare tutti ugualmente, ma trattare a seconda dei bisogni), ha tolto degli scaglioni ISEE per le tariffe, decuplicato il costo del trasporto scolastico e sostenuto posizioni lacunose e contraddittorie sull’eventuale chiusura della scuola dell’infanzia di Selva Malvezzi. Peraltro sottolineiamo: tutte misure che non cubavano costi così elevati per l’ente, in un periodo certamente di ristrettezze. E aggiungiamo: contare di fare cassa ribaltando gli aumenti su chi ha poco, non è un’idea efficacissima in termini di risultati.

Ma queste evidenze non possono essere una sorpresa. Il problema principale non è neanche tanto l’essere di destra (figurarsi, c’è metà e passa del paese di destra: siamo convinti che le intelligenze trovino cittadinanza anche lì). Il problema è l’essere totalmente privi di cultura politica, cosa che in automatico rende sprovvisti degli strumenti di minima per leggere il mondo, avere una visione, capire dove si vuole andare. Quando il massimo orizzonte è voler fare l’assessore per vedere il proprio nome sul cartellone di un evento, quando l’obiettivo è la promozione di sé stessi senza avere scopi, finalità e politiche da proporre (anche il mantenimento dell’esistente, che oggi rimpiangiamo, non era granché come programma) siamo alla più classica delle sovrapposizioni tra messaggio e messaggero. Nel senso che il messaggio non esiste. E ne vediamo gli effetti, conditi da una sconcertante pochezza.

Non siamo stupiti. Tuttavia crediamo che l’amaro calice vada bevuto fino in fondo: la democrazia rappresentativa va rispettata e gli esiti del voto sono sacri. Anche quando il conto di certe scelte lo paghiamo tutti. Non facciamoci illusioni però, perché se è vero che anche i peggiori qualche volta per sbaglio ci prendono, con questo civismo farlocco possiamo fare una facile previsione: neanche cose buone.

Stefano Mantovani