“Avete mai attraversato la strada guardando dalla parte sbagliata, e c’è una macchina che vi viene
addosso? Allora voi che fate? Una cosa molto stupida: vi fermate.
E non rivedete tutta la vostra vita, perchè avete troppa paura per pensare. Vi fermate e fate una
faccia da scemi. Ma lo zingaro no. Perchè?
Perchè aveva già in mente di andare lui addosso alla macchina.”
-The Snatch (2000)-
Già, forse se ci pensiamo per bene sono state più le volte in cui ci siamo fermati, e fatto delle facce
da scemi. Perchè le cose è molto più semplice schivarle, farle passare.
E su questo si può anche essere d’accordo: a volte la vita non ci permette di avere la giusta lucidità
per capire le opportunità che ci stiamo lasciando alle spalle.
Steve Jobs, in uno dei suoi più famosi discorsi a Stanford, nel 2005, sei anni prima di morire, centrò
in pieno il bersaglio: a volte la vita richiede intuito e cuore.
Solo in seguito si potranno unire i punti.
Lui non usa la parola unire, ma il più efficace “connecting“.
Perchè tutte le azioni che facciamo sono connesse non solo a quello che siamo, ma pure a quello
che vorremo essere.
Bene, ora forse ho iniziato a girarmi indietro per unire i miei puntini.
Sono pronto a saltare contro alla macchina.
Affrontare una laurea in scienze politiche senza interessarsi al sistema politico (non solo italiano) è
come voler fare il chirurgo senza sporcarsi le mani di sangue.
Ho avuto la fortuna di aprire il mio sguardo a quel che mi sta(va) attorno, e analizzarlo piuttosto
lucidamente, rimanendo ancorato ad alcune basi inossidabili derivanti dalla mia istruzione e
crescita.
E’ forse per questo che mi innervosisco quando parlo con gente che considera la politica puro
marciume, interessi, squallidi giochini, qualcosa di schifoso, che “fa male alla pelle” (cit.)
Sicuramente ci sono buone basi per sostenerlo, ma sarebbe sciocco fermarsi lì.
La politica è impegno, è valori, è scelte. E per Molinella, tra circa un mese, sarà tempo di queste scelte.
A venticinque anni sentivo di avere troppi puntini da unire, troppe cose che avrei lasciato decidere
ad altri, senza quantomeno provarci. E ci sto provando, ed è dura.
Il gusto dell’essere impegnati per qualcosa che si ha sotto pelle.
Vivo a Molinella da venticinque anni, ho la fortuna di avere una splendida famiglia aperta al
dialogo e al confronto. Forse è per questo che ho deciso di esserci, di uscire fuori dal guscio, di dire la mia facendo di tutto perchè non rimanga teoria.
Perchè il PD?
Perchè ha deciso di scegliere per davvero.
Dario Mantovani ha scelto di esserci, sempre, per Molinella.
Dopo qualche anno, esserci non è più bastato: è passato da esserci ad essere il PD.
Il partito di cui Dario è segretario, ora, è frutto di un’inevitabile evoluzione politica e generazionale.
L’autarchia, la sopravvivenza, il boccheggiare cercando qualche minuto d’aria in più: sono cose che non sono più nostre. Il nuovo percorso è difficile, impegnativo, e dopo qualche mese si è già alla prova delle elezioni amministrative.
Perchè ho scelto di girarmi adesso, di saltare incontro alla macchina adesso? Perchè bisogna scegliere un tempo per farlo.
Perchè so che questo partito è un progetto, una base su cui si può lavorare nei prossimi anni.
Ho scelto di esserci adesso, di andare fuori dalla palude.
Ho scelto di smetterla con i “se potessi” e iniziare con i “voglio provare”.
Ho scelto una via che credo sia la migliore, ho scelto di smettere con le lamentele ed iniziare con le
proposte.
Ho scelto il viso aperto, di metterci la faccia.
Ho scelto non di saltare contro la macchina, ma di entrarci dentro e provare di guidarla.
Lorenzo Gualandi
PD Molinella