Magda Olivero disse una volta che “un artista è come un buon soldato: deve essere sempre pronto a sacrificarsi per servire l’arte e il teatro”. Riflette fedelmente la realtà dei teatranti della Compagnia del Circolo Amici dell’Arte di Molinella, artisti solo per diletto ma soldati a servizio dello spettacolo per un anno intero, fatto di prove settimanali e impegno costante. Anche quest’anno la compagnia ha portato in scena al teatro consorziale di Budrio, il 20, 21 e 22 dicembre, un’opera originale di Gabriele Bonsignori, diretta dal regista Riccardo Marchesini e intitolata “Senza rete”, che racconte le vicissitudini della compagnia del Circo Miracolor, che si trova a dover fare i conti con la sparizione del proprio direttore, fuggito perché indebitato con lo Stato e con gli strozzini.

SINOSSI

Gli artisti del circo, perso il leader e costretti a dover affrontare una realtà difficile, perdono i propri talenti: la donna barbuta rimane senza barba, il bagongo si fa alto, la donna cannone si ritrova snella, il domatore di pulci viene da queste dominato, il presentatore smarrisce la sua brillantezza oratoria, e così tutti quanti, ritrovandosi prigionieri delle proprie paure verso il futuro. In questa situazione il direttore di un circo rivale, il perfido signor Bertolon, tenta di speculare sulle ansie dei circensi. Appoggiato dall’amministratrice Lisetta, da sempre invidiosa del talento dei suoi artisti, lancia loro l’offerta di rilevare l’intera proprietà del circo. Vinte le resistenze interne, figlie della diffidenza nei confronti di Bertolon, questi cedono alla sua offerta, mossi dalla necessità di garanzie minime per un futuro. Quel che non sanno: l’offerta riguarda il solo circo, non i suoi artisti, che messi difronte alla realtà, si oppongono. È qui che il direttore Bertolon e la signora Lisetta architettano un incendio facendo credere che sia opera degli strozzini, per spaventare i circensi e convincerli a cedere. Il piano però andrà storto e l’inganno verrà svelato nel finale, spingendo Benny, figlia del mago Fedrus e della sua assistente Pindula che da anni si è chiusa nel mutismo, a rompere il silenzio, spingere gli artisti del circo Miracolor ad affrontare il futuro uniti, con fiducia e speranza, facendo riacquistare loro i propri talenti smarriti.

CRITICA

Metafora della situazione di crisi degli ultimi anni che ha investito la politica, l’economia e più in generale i valori e la fiducia sociale del nostro paese, la commedia del duo Marchesini-Bonsignori si è discostata leggermente dai lavori messi in scena gli scorsi anni, probabilmente più leggeri e certamente più comici, tentando però di generare riflessioni sul momento di difficoltà di questa fase storica e di lanciare un messaggio di spe-ranza, con un finale aperto che lascia spazio all’interpretazione di un pubblico sempre più fe-dele, che anche quest’anno ha risposto numeroso, facendo registrare il quasi sold out in tutte e tre le rappresentazioni.

LA COMPAGNIA

Nata nove anni fa, composta quasi interamente da persone di Molinella, la compagnia prende forza, porta sempre più persone alla recitazione. Visto l’alto numero di adesioni, quest’anno è nato in parallelo un laboratorio artistico, in cui i nuovi iscritti hanno studiato le tecniche di recitazione preparandosi, per il futuro, a mettere in scena nuovi spettacoli con i “veterani”.

Si tratta di una realtà sempre più importante e radicata del nostro paese, arricchita dal lavoro di diverse persone che per passione mettono il proprio tempo e le proprie abilità a servizio della compagnia, come l’aiutoregista Carmen Suarez, il costumista Ilmer Cacciari e la scenografa Patrizia Ferraresi che, sebbene nella vita si occupino di altro, hanno dato prova di capacità degne del teatro professionale.

Un lavoro e un impegno costanti nel ricordo di Sergio Zamboni, membro della compagnia scomparso quest’anno al quale è stato dedicato lo spettacolo, i cui proventi sono andati in beneficienza alla Pubblica Assistenza della Città di Molinella.

La Redazione